MALATTIE INFETTIVE DEL CANE

15.07.2013 01:59
coronavirus
L'IMPORTANZA DI VACCINARE
 
Per le malattie di seguito elencate è possibile e fortemente consigliato effettuare dei vaccini in base alla cadenza consigliata dal veterinario.

 

BORDETELLA CANINA: 
Questa malattia, chiamata comunemente tosse dei canili è un'affezione contagiosa alle vie respiratorie, caratterizzata da una tosse che può durare fino a diverse settimane. La sindrome è dovuta all'azione combinata di un insieme di microorganismi (batteri e virus). E' riscontrabile soprattutto in comunità di cani provenienti da origini diverse, ma talvolta colpisce anche i cani isolati, in seguito ad un'esposizione canina, per esempio. Il principale batterio responsabile è la Bordetella bronchiseptica, che interviene contemporaneamente ad un'infezione virale. Lo stato generale del cane non è debilitato: l'animale presenta, dopo circa tre giorni di incubazione, tosse e scolo nasale più o meno purulento. Diversi virus possono essere responsabili di una parte dei disturbi. Il virus Parainfluenza può provocare una leggera infiammazione della regione rinofaringea o una tosse persistente per alcuni giorni. Essendo molto contagioso, il virus si trasmette ai cani circostanti. Infine i micoplasmi potrebbero aumentare l'azione di altri microorganismi, senza tuttavia essere responsabili della comparsa di sintomi nel caso in cui agiscano da soli. La forma clinica più frequente di tosse dei canili è una forma semplice, caratterizzata da tracheobronchite. In questo caso si verifica una tosse secca, forte, spasmodica, non produttiva e persistente. I sintomi possono scomparire o persistere alcune settimane nelle forme più gravi. Spesso insieme alla tosse compaiono congiuntiviti, sinusiti, tonsilliti, faringiti, ma per la maggior parte del tempo lo stato generale del cane non viene colpito. Più raramente, se i cani colpiti subiscono cali al sistema immunitario, sviluppano una forma più grave, con la comparsa di polmonite associata ad un peggioramento dello stato generale (prostrazione, anoressia, febbre…) L'evoluzione dura qualche settimana. La diagnosi è più facile da stabilire su un gruppo che su un cane isolato. Si pensa generalmente a una sindrome da tosse del canile quando si è davanti ad una tosse contagiosa, che corrisponde alla descrizione precedente. La diagnosi di laboratorio può allora essere utilizzata per mettere in evidenza gli agenti responsabili e per inquadrare meglio la terapia. È possibile prelevare un campione di secrezioni nasali per ricercare la presenza di virus e batteri. Invece se il caso è isolato, bisogna ricercare l'eventuale presenza di altre affezioni che potrebbero provocare gli stessi sintomi, prima di concludere con la diagnosi di sindrome di tosse dei canili. Il ricorso ad esami di laboratorio serve solo per la scelta del trattamento. L'unica terapia efficace si basa sulla somministrazione di un antibiotico per via aerosol. Se si agisce a meno di 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi, si può utilizzare del siero diretto contro i principali agenti responsabili della sindrome. Per migliorare il benessere del cane, si utilizzano anche degli antitussivi. La realizzazione di interventi profilattici limita il rischio di comparsa di questa sindrome. L'organizzazione dei locali svolge un ruolo fondamentale in questo campo. I cani devono disporre di un'area esterna e di un locale a temperatura costante. La disinfestazione dei locali deve essere facilmente attuabile. Le misure di quarantena permettono di sorvegliare lo stato di salute degli animali che si intende introdurre nella comunità ed è preferibile eseguire le opportune misure vaccinali. Esistono diversi vaccini ma la loro efficacia è variabile.

 

BORELLIOSI:
è trasmessa dalle zecche. Provoca disfunzioni di varia origine, tra cui neuromuscolari e articolari. Può essere trasmessa all'uomo.

CIMURRO CANINO:
è il virus più pericoloso per i cani. Se colpisce cuccioli/giovani il tasso di mortalità è quasi dell'80%. Inoltre anche se il cane sopravvive può riportare irreversibili danni neurologiciè una malattia virale altamente contagiosa che può colpire tutti i canidi (cani, volpi, lupi). L'agente patogeno è un paramixovirus simile a quello che nell'uomo provoca il morbillo: è termolabile, sensibile alla maggior parte dei disinfettanti ed inoltre muore fuori dall'ospite. L'infezione avviene per via aerea mediante le goccioline emesse dalla bocca e dal naso da animali infetti che possono continuare ad emanare il virus per parecchi mesi. I primi sintomi sono rappresentati da febbre elevata 40°/ 40,5° per i primi 2/3 giorni.
Successivamente la temperatura si abbassa per aumentare di nuovo per una o due settimane.
Poi compaiono i primi veri segni clinici caratterizzati dalla presenza di un materiale muco purulento sul canto mediale degli occhi e uno scolo nasale purulento mono o bilaterale. La malattia evolve con frequenti fenomeni gastroenterici, anoressia, vomito e diarrea che portano a prostrazione l'animale.
Dopo questi primi sintomi compaiono difficoltà respiratorie, tosse dapprima secca poi produttiva.  A volte, ma non sempre, si può osservare un'alterazione dei cuscinetti plantari i quali diventano duri (ipercheratosici) e del tartufo. I sintomi nevralgici sono gli ultimi a comparire e consistono in spasmi muscolari a carico degli arti o della faccia, atassia, paresi e paralisi progressiva a partire dal treno posteriore fino all'anteriore, crisi convulsive con salivazione frequente, masticazione immaginaria, che porta il cane a mordersi le guance e la lingua, movimenti in circolo, incontinenza urinaria e fecale. Queste manifestazioni possono permanere anche per diverse settimane, a volte con remissione e ricomparsa dei sintomi. In certi casi si può può avere la guarigione completa. Le infezioni batteriche a carico dell'apparato gastroenterico e respiratorio sono sempre una conseguenza della malattia virale. E' bene verificare il sospetto di cimurro in tutti i casi di manifestazioni febbrili che colpiscono i cuccioli e ogni qualvolta si rilevi in questi, mediante un esame coprologico, la presenza di coccidi. La diagnosi certa si ottiene mediante l'esecuzione di test sierologico oppure con un tampone tonsillare o con un esame citologico da un raschiato vaginale. Dobbiamo ricordare che il virus viene sempre eliminato dal cane infetto mediante i secreti e gli escreti. La terapia si basa esclusivamente sulla somministrazione di antibiotici a largo spettro per controllare tutte le infezioni in corso e sul ripristino dell'equilibrio elettrolitico mediante soluzioni endovenose. I sintomi neurologici devono essere controllati con farmaci che impediscano al cane di autolesionarsi (antispastici e sedativi). La malattia può essere prevenuta con successo mediante un piano vaccinale nei primi mesi di vita del cucciolo per continuare poi annualmente fino ad età avanzata. E' buona norma vaccinare la madre nel primo mese di gravidanza per fornire al cucciolo una buona dose di anticorpi materni mediate l'assunzione del colostro nei primi giorni di vita.

CORONAVIRUS CANINO:
virus che colpisce le pareti intestinali provocando gastrointerite.

LEPTOSPIROSI CANINA:
La leptospirosi è una malattia infettiva che colpisce cani di ogni età e anche l’uomo (zoonosi). Trae origine da particolari batteri chiamati leptospire. Nonostante ne esistano un largo numero di sierotipi, le leptospire più pericolose per i cani sono due: canicola e itteroemorragica. La principale fonte di infezione è senz’altro l’urina dei topi, ma il contagio può avvenire anche in presenza di acque stagnanti (canali, fognature, fiumi, etc.), in quanto le leptospire sopravvivono meglio in acqua. La malattia ha un’incubazione variabile da tre a otto giorni. La sintomatologia è varia e di gravità più o meno accentuata. In genere compaiono vomito, febbre, diarrea, dolori addominali, perdita d’appetito, ematuria (presenza di sangue nelle urine), ittero. In alcuni casi si possono osservare anche lievi paresi degli arti posteriori, problemi cardiocircolatori, congiuntivite e broncopolmonite (anche se raramente). Poiché la mortalità da leptospirosi ha un tasso molto alto, è consigliabile seguire un regolare piano vaccinale sin dalla più tenera età, in accordo col vostro medico veterinario di fiducia e sempre in seguito alla perdita degli anticorpi materni da parte del cucciolo (dopo lo svezzamento). Questi potrebbero infatti neutralizzare l’effetto del vaccino, lasciando il cucciolo senza un’adeguata copertura.
Poiché il periodo di immunizzazione del vaccino contro la leptospirosi è più breve rispetto a quelli per le altre malattie infettive, i successivi richiami avranno preferibilmente cadenza semestrale.
  

PARVOVIRUS CANINO:
Conosciuta anche come Gastroenterite Emorragica, la Parvovirosi è sostenuta da un virus molto resistente denominato “Canine Parvovirus tipo 2” (CPV-2). Solitamente ne solo colpiti i cuccioli nel primo anno di vita con effetti quasi sempre mortali. La percentuale di mortalità, elevata nei 4-5 mesi di vita, decresce con l’avanzare dell’età. E’ una malattia infettiva il cui contagio si trasmette sia in modo diretto (attraverso le feci o il contatto con la bocca e il naso di soggetti malati) che indiretto (tramite insetti, oggetti e cibo). E’ anche possibile che il virus venga trasmesso ai feti di cuccioli da parte di una madre infetta (trattasi, normalmente, di una forma cardiaca, miocardite, meno frequente di quella gastroenterica). Il periodo di incubazione (dai 4 fino anche ai 15 giorni) evolve in malattia i cui sintomi si presentano sotto forma di vomito, diarrea sanguinolenta (a volte molto liquida), mancanza di appetito, stato di prostrazione e febbre. Nei casi più gravi, una rapida disidratazione porta alla morte nel giro di un paio di giorni. Se si interviene in tempo con la fluidoterapia (importantissima) e con una terapia sintomatica (antidiarroici, antiemetici, antibiotici), il cucciolo può anche guarire. In presenza di sintomi clinici è inutile somministrare sieri iperimmuni. Tali tipologie di siero sono  efficaci solo in situazioni epidemiologiche particolari e quando, ad esempio, ci si trova di fronte a cuccioli di età prossima alla vaccinazione e ci si deve recare in zone a rischio di infezione. In questo caso è bene far somministrare dal veterinario curante il siero iperimmune che assicura al cucciolo una quantità di anticorpi che lo proteggeranno per circa 13-15 giorni. L’elevata resistenza del virus anche nei confronti dei disinfettanti, impone una profilassi basata su vaccini che assicurano una buona immunità e che nei cuccioli vanno iniettati a partire dai 55-60 giorni di vita e per tre volte ad intervalli di 25-30 giorni; il protocollo ottimale da seguire deve essere sempre stabilito dal veterinario sulla base di vari parametri fra cui la situazione di rischio della zona. Per l’adulto, la profilassi prevede richiami vaccinali annuali. Sempre, in ogni caso e comunque, igiene e disinfezione delle cucce e dei canili, sono certamente regole di base da non trascurare mai. Purtroppo, anche se sottoposti a vaccinazione, molti cuccioli muoiono lo stesso a causa dell’interferenza degli anticorpi trasmessi dalla madre. Solo tramite appropriati test di laboratorio si può determinare se la vaccinazione può non comportare problemi per il cucciolo. La ricerca scientifica ha per fortuna fatto passi notevoli dalla comparsa della malattia avvenuta alla fine degli anni ’70 ed oggi, grazie alla profilassi ed alle moderne tecniche di laboratorio (ad es., una tecnica, cosiddetta “latex” consente di rilevare il CPV nelle feci di un cane dopo 2 minuti), anche se la malattia non è assolutamente ancora debellata, le terribili epidemie di vent’anni fa per fortuna sono solo un triste ricordo. Dalla letteratura scientifica abbiamo anche appreso che sembrerebbe esserci una qualche possibile predisposizione a contrarre la malattia, maggiore in alcune razze canine rispetto ad altre. Per quanto a nostra conoscenza, niente di certo, o di altamente probabile, è stato ancora accertato.

 

RABBIA:
La rabbia è una malattia virale che può essere trasmessa all'uomo (zoonosi) attraverso il morso e il graffio di animali infetti. E’ quindi importante non lasciare liberi i cani nelle regioni in cui questa malattia è diffusa negli animali selvatici. Nel nostro continente la patologia è presente soprattutto in Germania, Francia, Austria, Paesi dell’Est ed Ex Jugoslavia. Si manifesta con sintomi a carico soprattutto del sistema nervoso. La vaccinazione antirabbica è attualmente obbligatoria solo in alcune regioni italiane tra cui il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige. E' inoltre obbligatoria quando si porta il cane all'estero o in Italia nelle zone sopra indicate e in Sardegna, che è indenne dalla malattia. La vaccinazione antirabbica può tuttavia essere consigliata dal veterinario anche nelle altre zone. Si consiglia di rivolgersi al proprio veterinario per ogni aggiornamento relativo agli obblighi vaccinali per la rabbia.